Il centro del mondo by Andreas Steinhöfel

Il centro del mondo by Andreas Steinhöfel

autore:Andreas Steinhöfel [Steinhöfel, Andreas]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Juvenile Nonfiction, Social Topics, Self-Esteem & Self-Reliance
ISBN: 9788883734243
Google: TqxxzwEACAAJ
Amazon: B0BG8L8117
editore: La nuova frontiera
pubblicato: 2022-03-15T07:16:55+00:00


Dianne sul tetto

Le passioni, signore e signori, le passioni! Non dovete lasciarvi dominare da loro! Offuscano la vostra ragione, vi sottomettono al loro volere. E non parlatemi di ormoni e di subconscio. Servono controllo e padronanza di sé!»

Händel camminava su e giù tutto impettito davanti alla cattedra. Ogni tre o quattro passi si fermava, si dondolava per un attimo sulle punte e poi si voltava come una marionetta. Lanciava un’occhiata ai suoi ascoltatori, più o meno attenti, e poi ci scaricava addosso una nuova salva di sentenze.

«Una volta c’è stata un’epoca d’oro della ragione. La scuola greca degli stoici radunò un gruppetto di uomini audaci e rigorosi che ponevano Dio nella molteplicità della Natura e non su una croce. Gli stoici consideravano le passioni i nemici principali della ragione. Alcuni lo avevano imparato a proprie spese: il piacere avvolge la mente nella nebbia e impedisce di avere uno sguardo chiaro su ciò che c’è dietro l’apparenza delle cose. Il nascente cristianesimo vide nello stoicismo un pericoloso concorrente e tentò di liberarsene. Fu una repressione per assimilazione: fecero propria la filosofia dell’opposizione al piacere e tentarono di allontanare l’uomo dalle passioni. All’occorrenza il cristianesimo perseguì questo obiettivo con il fuoco e la spada, ma sempre con zelo appassionato… capite l’assurdità?

Questi due sistemi di valori continuarono a coesistere a lungo. Lo stoicismo riuscì a resistere fino al tardo Medioevo e confluì poi nell’Illuminismo. Infine, i suoi principi si scontrarono con quelli del romanticismo, in una delle battaglie più grandi e ricche di conseguenze della storia dello spirito, avete presente, no? Ed eccoci qua.»

A giudicare dalla dozzina di bocche semiaperte che vedevo intorno a me, mi riusciva difficile immaginare che qualcuno sapesse effettivamente dove eravamo e come ci eravamo arrivati. Ma nel frattempo Händel aveva deciso di scendere dal generale al particolare.

«Vi faccio un esempio della natura multiforme delle passioni. Conoscete tutti il nostro piccolo ospedale cittadino, quell’edificio di mattoni rossi che ti aggredisce con la sua bruttezza come un cane rabbioso. La facciata ha un disperato bisogno di essere restaurata, e da parecchio, ma lasciamo perdere…»

Händel aveva ragione, l’ospedale era davvero orrendo. Non assomigliava affatto alla lussuosa clinica fuori città dove una decina di anni prima il dottor Eisbert aveva rimesso in riga le mie orecchie a sventola.

«Pochi di voi tuttavia sapranno» proseguì Händel «che quell’ospedale è stato costruito sulle fondamenta di un birrificio preesistente, che alla fine degli anni Venti fu raso al suolo da un incendio notturno. Sono cose che succedono, e di solito è possibile sottoporle a un giudizio ponderato. Ma all’epoca, signore e signori, si è forse parlato di un incendio scoppiato per cause naturali? No, doveva per forza essere stato un incendio doloso! E magari si appicca per una vile truffa ai danni dell’assicurazione? Ovviamente no, sarebbe stato troppo poco romantico. Ed ecco qui che ci viene servita una bella insalata di passioni, se vogliamo chiamarla così! Messi da parte i reali protagonisti della vicenda – il proprietario del birrificio sull’orlo della bancarotta e la sua famiglia,



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